Problemi di masticazione e bruxismo, come risolverli?

bruxismo

Quando la bocca non funziona come dovrebbe, ci si accorge subito di quanto mangiare ma anche parlare possa diventare faticoso. Masticare una fetta di pane, addentare una mela o anche solo parlare per molto tempo può trasformarsi in un fastidio costante.

Alcuni pazienti raccontano di dolori che partono dalla mandibola e arrivano fino alle tempie, altri parlano di un rumore secco nell’aprire la bocca, come uno scatto che disturba e preoccupa.

C’è poi chi, senza rendersene conto, durante la notte serra i denti fino a svegliarsi con la mascella indolenzita. Tutti questi segnali hanno spesso un comune denominatore: la disfunzione dell’articolazione temporomandibolare e il cosiddetto bruxismo.

Perché la masticazione si altera

L’articolazione temporomandibolare è uno snodo complesso, molto più delicato di quanto si pensi: non serve solo a masticare, ma coordina apertura, chiusura, deglutizione e persino parte della postura.

Quando perde equilibrio – a causa di malocclusioni, traumi o tensioni muscolari – i sintomi non restano confinati alla bocca. Dolori cervicali, cefalee mattutine, rigidità della schiena e perfino disturbi del sonno possono avere origine da qui.

Il bruxismo si inserisce in questo quadro come un aggravante. Molti non sanno nemmeno di soffrirne: se ne accorgono dal dentista, quando vedono i segni dell’usura dentale, oppure dal partner, che durante la notte sente il rumore dei denti che sfregano. L’effetto a lungo termine è una dentatura indebolita, gengive più sensibili e una muscolatura sempre in tensione.

La possibilità di cura offerta dalla gnatologia

In questi casi una possibilità di cura è fornita dalla gnatologia, una branca odontoiatrica specifica che studia il rapporto tra denti, muscoli e articolazioni.

Non si limita a guardare la forma dei denti, ma analizza come le mascelle lavorano tra loro e come l’intero sistema risponde durante la masticazione. L’obiettivo non è estetico, anche se l’armonia del sorriso spesso migliora di conseguenza: si tratta di ripristinare una funzione naturale ed equilibrata.

Durante una visita gnatologica, lo specialista valuta la posizione dei denti, l’attività muscolare e la dinamica mandibolare.

Talvolta utilizza tecniche di imaging avanzate, come la risonanza magnetica o la tomografia computerizzata, per osservare le articolazioni nel dettaglio. Si tratta di strumenti che permettono di cogliere particolari invisibili a occhio nudo, fondamentali per una diagnosi precisa.

Per ottenere una diagnosi e fare una visita, è possibile valutare un gnatologo a Padova o nella città più vicina.

Tecniche e strumenti

La tecnologia ha cambiato molto l’approccio terapeutico. Non ci si affida più soltanto all’esperienza clinica, ma si raccolgono dati oggettivi attraverso registrazioni computerizzate dei movimenti masticatori. È come avere una radiografia del comportamento della mandibola in tempo reale: quanto forza esercita, in che direzione si muove, quali muscoli si contraggono in eccesso.

In base a queste informazioni, si studia un percorso personalizzato. Spesso viene consigliato un bite notturno, un dispositivo su misura che protegge i denti e riduce lo stress sulle articolazioni. In altri casi si lavora sulla postura, con esercizi mirati a rilassare la muscolatura cervicale. Non mancano situazioni in cui si rende utile l’intervento ortodontico per correggere malocclusioni evidenti.

L’esperienza del paziente

Molti riferiscono un miglioramento già dopo poche settimane dall’utilizzo del bite: meno dolori al risveglio, maggiore facilità nell’aprire la bocca, minore rigidità muscolare.

Altri notano benefici più graduali, specie quando il disturbo è presente da anni e il corpo si è abituato a convivere con la tensione.

In ogni caso, ciò che conta è il monitoraggio costante: la gnatologia non propone soluzioni standard, ma accompagna passo dopo passo, adattando il percorso alle risposte del paziente.

Perché conviene agire presto

Il rischio maggiore è sottovalutare i sintomi. Si tende a pensare che il mal di testa sia legato allo stress, che i denti consumati siano frutto del tempo, che il dolore alla mandibola passerà da solo. Eppure, intervenire tempestivamente evita complicazioni: denti fratturati, dolori cronici, riduzione della mobilità articolare. Per un quadro divulgativo su cause, sintomi e conseguenze, puoi consultare Bruxismo – Wikipedia.

Una prima visita gnatologica non impegna a nulla, ma apre la strada a una comprensione chiara del problema. Se in famiglia ci sono bambini, abituarli a controlli periodici aiuta a intercettare precocemente malocclusioni e abitudini parafunzionali: qui trovi una guida pratica su quando portarli dal dentista. Sapere che esiste una disciplina dedicata esclusivamente a queste funzioni offre già una prospettiva diversa: non si tratta di un disagio da sopportare, ma di una condizione che può essere trattata con risultati concreti.

Redazione

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