Il basso medioevo: un’epoca di transizione, innovazione e crescita

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Transizione dall’alto al basso medioevo

Il millennio successivo alla nascita di Gesù è considerato da molti storici come il termine dell’Alto Medioevo e l’inizio del Basso Medioevo. Durante l’XI secolo, popolazioni come gli Ungari e i Normanni si erano stabilizzati nei loro regni, mentre i Saraceni si erano ritirati nell’Africa settentrionale. L’Europa, a quel tempo quasi interamente cristianizzata (ad eccezione della Spagna islamica), si apprestava a riscattare cinque secoli di conflitti con una serie di innovazioni ed esplorazioni.

Le sfide del clima ostile

La storia dell’umanità è strettamente correlata alle condizioni climatiche: durante l’Alto Medioevo, il clima fu prevalentemente ostile. Ciò causò una diminuzione dei raccolti e mise a dura prova il sistema curtense, tipico dell’organizzazione agricola dell’epoca.

La lotta contro la natura: foreste e paludi

Un ostacolo significativo dell’epoca era la scarsa estensione delle aree coltivate. L’incolto, risultato di cinque secoli di disordine, minacciava le pianure, dove gli uomini si sforzavano di seminare e piantare.

Il boom demografico del basso medioevo

Tra il 1000 e il 1300, il clima divenne più mite e portò a raccolti abbondanti. Le invasioni straniere cessarono, riducendo il rischio di morte e distruzione. Diminuì anche l’infanticidio, in particolare delle neonate, una pratica pagana diffusa a causa delle difficoltà nell’alimentare famiglie numerose. La ferma opposizione della Chiesa e l’abbondanza di cibo giocarono un ruolo fondamentale nel ridurre questa pratica. Nell’Europa occidentale, la popolazione triplicò, un aumento che portò alla riconquista delle terre incolte.

L’innovazione agricola: la rotazione triennale

In questo periodo venne introdotta l’importante innovazione della rotazione triennale delle colture. I terreni venivano divisi in tre parti: in autunno venivano seminati frumento e segale sul primo terreno, in primavera legumi sul secondo, mentre il terzo rimaneva a maggese. Questa pratica permetteva ai contadini di riportare il terreno alla situazione iniziale ogni tre anni.

L’avanzamento tecnologico nel settore agricolo

Alla riconquista delle terre coltivabili e alla rotazione triennale si aggiunsero fondamentali innovazioni tecnologiche:

  • L’Aratro Pesante: Trasportato dagli animali, permetteva un’aratura più profonda e quindi una maggiore resa dei campi.
  • Il Vomere: Uno strumento che penetrava nel terreno.
  • Il Versoio o Orecchio: Questo strumento permetteva di sollevare e capovolgere la zolla di terra tagliata dal vomere, facilitando la preparazione del terreno per la semina.
  • Il Mulino a Vento e ad Acqua: Queste invenzioni erano fonti di energia che permettevano di svolgere varie attività, come la macinazione del grano per produrre farina, la produzione di birra, la concia delle pelli, e molti altri lavori.
  • Il Ferro di Cavallo: Questo strumento, inventato dai Romani, venne utilizzato nei terreni sassosi e pietrosi sui cavalli da guerra. Il suo uso divenne fondamentale per preservare la salute degli animali e migliorare l’efficienza del lavoro agricolo.

Il Basso Medioevo fu un periodo di significative trasformazioni e progressi. Nonostante le sfide climatiche e le difficoltà iniziali, l’umanità riuscì a superare i limiti imposti dalla natura, a innalzare la qualità della vita e a gettare le basi per gli sviluppi futuri. Le invenzioni e le innovazioni di questo periodo giocarono un ruolo fondamentale nel modellare l’Europa e il mondo per come li conosciamo oggi.

Redazione

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